La stagione 1992 nella pallacanestro italiana è speciale per molti motivi.

Il talento in campo è ai massimi livelli, nelle stanze delle società gli investimenti hanno raggiunto livelli non così lontani da quelli del calcio. Eppure, sotto la superficie di una vernice dorata e luccicante, si agita lo spettro di una crisi che in capo a qualche anno attaccherà l’intero sistema basket.

In controtendenza con quello che capita già in molte città, a Treviso si comincia ad assaporare il profumo del successo. La squadra è composta da italiani di valore assoluto, e come stranieri si esibiscono in biancoverde un realizzatore inarrestabile e un creatore di gioco che negli anni a venire aiuterà Michael Jordan a vincere tre titoli NBA.
Il condottiero della squadra, poi, è un pirata gentiluomo che ha vissuto esperienze di ogni tipo sia sul campo che in panchina.
Tutto, quindi, sembra condurre la Benetton Basket verso un destino obbligato, vincere a ogni costo. Ma lo sport sa essere crudele, e infortuni e sconfitte laceranti porteranno la squadra a un soffio dal restare a mani vuote, fino alla risalita e alla rivincita contro tutto e tutti, ottenuta proprio nella sfida più importante.